“A Marco F., con affetto”
Presentato all’ultima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Giornate degli Autori, dove si è aggiudicato il Premio Pasinetti per il miglior film.
Edoardo De Angelis, di nuovo, a due anni di distanza da “Perez.”, noir con Luca Zingaretti protagonista, ci fa notare la sua volontà di prendere le distanze dal già visto. E pur mirando forse troppo alto prendendo come modello un semi dimenticato del nostro cinema come Marco Ferreri, l’intenzione è quella di provar a battere altre strade. “Indivisibili” non è un film immune da difetti e fa pensare che con un pizzico in più di determinazione e coraggio e con qualche scossone extra si poteva arrivare a qualcosa di memorabile. Il soggetto (e la sceneggiatura) è di Nicola Guaglianone, meglio come conosciuto come “lo sceneggiatore de lo chiamavano Jeeg Robot”. E potremmo dire “si vede”, con valenza positiva. La colonna sonora è di Enzo Avitabile, che porta con sé la sua “Tutt’egual song ‘e criature” (per info: https://youtu.be/ej07rglgMcY).
Dunque, cosa c’è che però non va? Un uso interessante ma talvolta esasperato del piano sequenza, volto a dilatare dei tempi che non hanno ragione di essere dilatati e che porta chiaramente ad un effetto di déjà vu nella seconda parte. Un mancato approfondimento delle due protagonista, ben rese solo in superficie e con qualche facile gioco di contrasti di troppo. Un finale spento, moscio, stanco, soprattutto perché sceglie una strada – diciamo si – onirica che una storia simile non richiedeva e che, cosa grave, va ad indebolire il buon prefinale. Ma allora come mai questo film è qui tra i “comandamenti”? Perché, nonostante ciò che abbiamo sottolineato, è un buon film; perché decide consapevolmente di mirare altrove; perché rientra in un potenziale rinnovamento del nostro cinema, rinnovamento in cui si crede molto da queste parti. Perché omaggia Ferreri (e lo fa in maniera anche molto diretta), grande autore troppo spesso ignorato e bypassato quando si parla di o si insegna la storia del cinema.